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Gabriele Giolito de' Ferrari

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Gabriele Giolito de' Ferrariactive Venice, about 1510 - 1578

LC name authority rec.n no94022029

LC Heading:Giolito de' Ferrari, Gabriele

Biography:

Celebre famiglia italiana di librai e di tipografi, la cui attività durò ininterrotta dal 1483 al 1606, principalmente in Trino di Monferrato, loro luogo d'origine, e in Venezia. L'uso invalso in tempi recenti pronunzia Giòlito, contrariamente alla retta pronunzia antica che è Giolìto.

Il primo tipografo trinese di questo nome fu Bernardino detto Stagnino (s'ignora la data di nascita). La sua attività ebbe inizio col 1483 in Venezia e continuò per tutto il primo quarantennio del sec. XVI. Raramente nelle sue edizioni indicò i cognomi di famiglia, ma esistono libri in cui è chiaramente espresso il suo casato. Dal 1520 al 1522 si hanno sue stampe datate da Trino, ma poi riprende a esercitare la tipografia in Venezia fino al 1537, anno probabile della sua morte. Si conoscono di lui circa 150 edizioni, la maggior parte in-folio; pregevole è l'edizione completa, nella traduzione latina, delle opere d'Aristotele (Venezia 1489). L'impresa da lui più usata è l'effigie di S. Bernardino.

Segue cronologicamente Giovanni il Vecchio (s'ignora la data di nascita). È il prototipografo di Trino; dal 1508 al 1523 esercita l'arte della stampa nella propria casa col favore di Guglielmo IX marchese del Monferrato, dando in luce una trentina di edizioni, in maggioranza grandi volumi d'argomento legislativo, impressi in caratteri gotici; fu anche associato lungamente con il conterraneo Gerardo De Zeis. In seguito si portò a Venezia in qualità di libraio ed è probabile che ponesse la sua attività e il suo concorso finanziario al servizio del congiunto Bernardino Stagnino. Nel 1534, reduce da Venezia, apre in Torino una nuova stamperia per uso di quella università, ma l'officina torinese, dopo aver stampato nel corso del 1535 alcuni libretti popolari e scolastici e, nel gennaio 1536, l'Orlando Furioso, è costretta a chiudersi per l'avvenuta occupazione francese della città. Giovanni ripara nuovamente a Venezia dove appare stampatore in proprio negli anni 1538-39 con edizioni del Boccaccio, del Petrarca e con l'edizione originale dei Dialoghi piacevoli di N. Franco (1539). Nel 1540 è da porsi la data della sua morte.

Il nome dei G. raggiunge il maggior fastigio con Giovanni Gabriele, detto Gabriel, figlio di Giovanni il Vecchio e nato poco oltre il primo decennio del sec. XVI. Libraio e tipografo di una prodigiosa attività, dominò nel campo editoriale buona parte del suo secolo: la sua bottega in Venezia detta la Libreria della Fenice (a cui più tardi si aggiunsero succursali a Napoli, a Bologna, a Ferrara e altrove) fu uno dei centri librarî più importanti d'Italia. L'attività personale di G. ha inizio col 1536 e arriva sino al 1578. Dapprima (1536-40) egli appare come un semplice coadiutore del Padre per lo smercio delle edizioni che questi faceva stampare a proprie spese da altri tipografi e, dal 1538, nella propria tipografia di Venezia. Col 1541, e fino a una prima parte del 1550, Gabriele esercita l'arte impressoria da solo; in detto anno riapre la stamperia paterna rimasta qualche tempo inoperosa e il suo nome è segnato la prima volta nella ristampa dei Dialoghi piacevoli di N. Franco del 1541. Gl'inizi di questa attività furono assai modesti; la stamperia fece uso di caratteri di altri tipografi, ma poi fu largamente provvista di caratteri nuovi, di fregi, d'iniziali figurate tanto da poter dare alle proprie edizioni spiccate caratteristiche di novità assai bene accolte dai lettori. Per una parte del 1550 e fino al 1556 G. fu associato coi fratelli, come appare stampato nelle edizioni di quegli anni, ma la partecipazione dei congiunti nell'azienda deve ridursi ad un accomodamento fra G. e i suoi fratelli che mette fine a una lite circa il patrimonio paterno, senza alcuna ingerenza di questi ultimi nella direzione della stamperia e della libreria. A metà circa del 1556 e fino al 1578, G. sottoscrive nuovamente da solo le proprie edizioni, prova che i fratelli si disinteressavano completamente dell'azienda, mentre qualcuno di essi, come a esempio un Giovanni Francesco, riapre nel 1562, in Trino, una piccola stamperia durata alcuni anni. Se il fiore della stamperia giolitina è da porsi fra il 1545 e il 1555, anche negli anni successivi G. ebbe una produzione tipograficamente migliore di quella degli stampatori del tempo e quanto mai intensa. Ma a datare dal 1569 l'operosità del tipografo diminuisce sempre più

d'importanza e di numero fino alla sua morte avvenuta nei primi mesi del 1578.

(http://www.treccani.it/enciclopedia/giolito-de-ferrari_(Enciclopedia-Italiana)/)

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